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Il Festino: com'è
Capovolgimenti sociali, guerre, mode, norme restrittive, eventi dissacratori … nulla ha potuto scalfire la genuinità della celebrazione del mezzagosto: nemmeno il divieto vescovile -
La fede nel soprannaturale e il senso della storia, profondamente radicati nell'animo dei novaresi, da padre in figlio percorrono i secoli e, superando qualsiasi ostacolo, mantengono viva una tradizione dagli alti significati religiosi.
La festa inizia la sera del 31 luglio con la funzione di " A Madonna 'o so logu": la statua dell'Assunta viene portata solennemente in processione dalla sua cappella al luogo dove resta esposta durante il mese di agosto. Preghiere, canti, intimi colloqui, richieste di grazie … riempiono i quindici giorni che precedono la grande processione. Ed è viva l'emozione, quando alle ore ventuno del 15 agosto, dolce e solenne si innalza nel duomo il canto dell'Ave Maris Stella.
L'Assunta, rivolta verso l'alto, con le braccia spiegate quasi volesse accogliere tutti nel suo cuore di Madre, risplende regale dalla sommità della sua vara tra le oltre centocinquanta candele appena accese. Un fremito assale gli astanti che gremiscono il tempio, quando, poco dopo, i portatori, alzate le ginocchia da terra, sollevano il pesante fercolo al grido di "EVIVA MARIA!" Accorrono in tanti, magneticamente attratti dall'Assunta di Novara, per vivere quel sacro spettacolo, sperando di guadagnare un posto tra la folla stipata in Piazza Duomo e nella Via Duomo onde godersi "a nisciuda da Madonna", momento toccante quando la statua, raggiante di luce, appare in cima al sagrato .
Nella notte sino a dopo le due, il simulacro adornato con brillanti, bracciali e collane, con una fascia e un cuore d'oro, il capo contornato da un'aureola di stelle e rose preziose, al centro di una miriade di fiamme ondeggianti, viene portato in trionfo per le strette vie del paese, tra gli "evviva" degli uomini affaticati e sudati per lo sforzo cui gioiosamente si sottopongono e tra una folla osannante che pone nelle mani della Madonna ora una preghiera, ora una supplica, ora una gioia, ora una sofferenza, ora una speranza.
Momenti particolarmente emozionanti, oltre all'alzata della Madonna e all'uscita della vara dalla chiesa, sono l'Apoteosi nella piazza centrale e il dolce cullare della vara nella Via Duomo. Ma, invero, l'intera processione dà suggestione, emozioni e grande gioia. Essa è una incomparabile manifestazione di fede espressa da persone di ogni età e condizione, tutte rapite dallo splendore maestoso della Vergine.
Dopo il divieto degli anni quaranta, a parte l'eccezione per il 1951 (grazie ad un permesso speciale, dato in occasione della chiusura dell'Anno Santo), i Santi non sono tornati più in processione. Però la proibizione non ha cancellato quel valore essenziale nella civiltà dei novaresi né ha spento la speranza sempre viva nel loro cuore, premiata, poi, nel Grande Giubileo del 2000, quando la sensibilità e la profondità teologica dell'Arciprete don Enrico Ferrara nonché l'intelligenza e la paterna saggezza dell'Arcivescovo Mons. Giovanni Marra hanno riportato alla ribalta la solenne Apoteosi di Maria nel Paradiso.
Da allora i Santi limitano la loro uscita al 15 agosto, sfilando sulla via Duomo, all'ora del crepuscolo, nell'antico, rigoroso ordine di importanza, per raggiungere la piazza principale dove, dopo la mezzanotte, all'arrivo dell'Assunta verrà celebrata la solenne Apoteosi.
Il breve ma "trionfale cammino" dei Santi tra due ali di folla esultante e la loro presenza nella piazza centrale attorno alla Madonna, restituiscono al "Festino" lo splendore delle origini, senza percezione di alcuna diminutio. Ciò, perché nel cuore della gente di Novara, Fede, Storia, Tradizione e Cultura vivono integre così come sono state consegnate nei secoli … da una generazione all'altra.
Seguendo il suggerimento di Mons. Marra, la solenne Apoteosi nella versione originaria viene celebrata ogni cinque anni: cantate le litanie lauretane e spente le luminarie, le fiammelle delle candele, accese a centinaia sulle vare, vanno a vivificare il volto della Madonna e le fattezze dei Santi, mentre l'oscurità della notte viene rischiarata dai ricami dei fuochi, tenue riflesso della gloria celeste di Maria Regina degli Angeli e dei Santi.
Spettacolo incomparabile che suscita nello spettatore, credente o meno, l'inarrestabile bisogno di godere di quella gioia che viene dall'Immensità.
Quest'anno l'esaltazione dell'Augusta Regina del Cielo, con tutt'intorno i Santi che Le rendono omaggio, si ripeterà, speriamo con nuovo slancio ma certamente con l'esultanza di sempre.
Il Mezzagosto novarese è arricchito dagli onori tributati a S. Ugo Abate, compatrono della città: il settecentesco fercolo dorato che accoglie le reliquie del Santo, oltre che a far parte delle quindici vare che circondano quella dell'Assunta, viene portato in processione il 14, il 16 e il 22 agosto. La processione del 22 con la partecipazione di tutte le confraternite e con grande concorso di popolo chiude in bellezza il Festino di Novara che, per fascino, imponenza, stile, e arte resta una fra le più suggestive celebrazioni popolari dell'intera Sicilia.
Vincenzo Cartaregia